Per molto tempo la depressione è stata considerata una problematica individuale; solo ultimamente si è iniziato a prendere in considerazione il contesto interpersonale della persona depressa . L'evento stressante più frequente nei sei mesi precedenti l'insorgenza di disturbi depressivi puo essere rappresentato dalla presenza di difficoltà coniugali dovute, in genere, come risultato di una comunicazione distorta basata su due modalità: la squalifica ed il paradosso . La squalifica è una modalità comunicativa che tende o a diminuire di valore un altro atto comunicativo che ha è avvenuto in precedenza; mediante la squalifica si afferma che gli atti comunicativi dell'emittente, del ricevente o le proprietà del contesto hanno scarso valore o non valgono affatto. La tendenza della persona depressa a squalificare se stesso è molto evidente, ma esiste anche una stessa tendenza squalificante da parte del partner che, però, riesce a camuffare impersonando la dinamica “ io ti salverò ” nell'ambito della relazione di coppia. I messaggi paradossali sono utilizzati nella coppia in modo tale che la persona depressa riceve dal partner uno specifico messaggio paradossale che lo invita a prendere iniziativa o lo rimprovera perché non lo fa (fai questo - ma perché non fai mai questo?). Si creano rigide posizioni nella coppia nella quale uno dei partner sembra dedicare tutte le proprie energie ad assistere l'altro; talvolta l'aiuto si presenta con atteggiamento severo e punitivo. Spesso si crea il cosiddetto ciclo interattivo della depressione dove il tentativo di risolvere la depressione diviene sempre più un impegno per il partner sano, che ritiene inaccettabili la sconfitta e l'impotenza; generalmente non riuscendo a risolvere il comportamento depressivo il partner sano va incontro all'insuccesso che lo induce un temporaneo distacco dal partner depresso che fa aumentare la depressione; tale situazione induce a nuovi tentativi da parte del partner sano per risolvere la condizione depressa, che a sua volta riattiva la risposta depressiva attivata dall'insuccesso. Nella famiglia del depresso prevalgono, nei confronti dei figli, atteggiamenti punitivi . La punizione è da un lato sempre proposta come una dimostrazione del proprio affetto e dall'altro non è uno dei tanti provvedimenti inefficaci che sono adottati. Il non riuscire nel rapporto con i propri figli aumenta il senso di sconfitta della persona depressa. I figli mettono in atto comportamenti aggressivi così che il genitore viene forzato ad uscire dalla sua inerzia depressiva per fermare questi comportamenti; non appena i figli riprendono a comportarsi bene, il genitore torna nel suo stato depressivo e a questo punto il ciclo ricomincia. La letteratura evidenzia come nelle famiglie d'origine di entrambi i coniugi si evidenziano molto spesso forti disturbi affettivi tra i quali è frequente una depressione conclamata; altre volte nella storia di una persona depressa o del suo partner c'è un genitore alcolista o farmacodipendente.
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